La passione per il cinema non ferma i ragazzi del Cinema America, che da sei anni portano il grande schermo sulle piazze di Roma. Una maratona di proiezioni gratuite, incontri con registi ed attori, che riprenderà anche quest’anno, dal 3 luglio fino al 30 agosto in Piazza San Cosimato, al Parco della Cervelletta e al Porto Turistico di Ostia, per un totale di 104 serate.
Valerio Carocci, il cinema torna tra la gente, ma con il distanziamento fisico. Perché avete scelto di proseguire la rassegna?
«Temiamo che le distanze, non solo fisiche, ma anche empatiche e sociali che si sono sviluppate in questo periodo possano diventare irreversibili, lasciando ferite come disuguaglianza, conflitto, paura del prossimo. Il Piccolo America ha confermato la stagione estiva con una piazza dal centro alla periferia, ridisegnata dall’urgenza di trasformare lo stato di crisi in un nuovo spazio di comunità. Questa decisione nasce dall’idea che la cultura non possa essere relegata a mera iniziativa privata commerciale: i cinema devono essere luoghi, anche pubblici, per la crescita e lo sviluppo della persona di qualunque estrazione sociale. Da settimane siamo al lavoro in silenzio per studiare le possibilità di restituire serenità e dignità sociale ai territori, ora che abbiamo compreso come farlo in totale sicurezza del pubblico, abbiamo confermato l’iniziativa».
Oltre alle proiezioni, resteranno anche i consueti incontri con registi ed attori?
«Il progetto, all’insegna di un grido di resistenza, rimane invariato dal punto di vista culturale. Ogni settimana ci sarà un incontro differente con una personalità del mondo dello spettacolo e in particolare cinematografico, per un totale di circa quaranta incontri».
L’Anec ha criticato la scelta del cinema gratuito, in un momento in cui le sale rischiano moltissimo, anche di non ripartire. Che ne pensa?
«Anec porta avanti questa polemica da sei anni e credo che ora stia strumentalizzando il Covid, una situazione drammatica, al fine di provare a vincere una battaglia infondata, nella quale continua a incaponirsi senza trovare la via d’uscita. Il tutto lo fa senza accorgersi che le persone sono state due mesi a casa a rivedere contenuti di repertorio, che poi sono quelli che programmiamo noi nei nostri cinema all’aperto. Credo che Anec dovrebbe piuttosto rendersi conto che questa estate con dei nuovi titoli potranno riscattarsi dai mesi in cui si è stati fermi, sempre che non passino l’estate a guardare ciò che fa il Piccolo America. Siamo noi che verremo penalizzati di più, al di là della gratuità, il pubblico non vede l’ora di vedere titoli di prima visione».
Gli esercenti stanno pagando un prezzo altissimo, con molti posti di lavoro a rischio.
«Il Piccolo America si unisce al grido di dolore degli esercenti affinché abbiano maggiori sostegni. Come avvenuto la scorsa estate, siamo a loro disposizione per promuovere le loro attività a pagamento: sul nostro sito, sui social e prima delle proiezioni estive. Ma è giusto chiarire che, così come la nostra associazione percepisce fondi pubblici per offrire un servizio gratuito a centinaia di migliaia persone, anche l’ANEC Lazio giova di sovvenzioni e da molti più anni, che è sacrosanto, con l’unica differenza che lì vengono utilizzate per sostenere eventi a pagamento per i cittadini. Chiedere di tagliare i fondi a un’iniziativa culturale gratuita, in questa situazione, è quantomeno contraddittorio».
Paolo Travisi