Una rete di piste ciclabili estesa su tutto il territorio del Trieste Salario e non solo. E’ questa, in estrema sintesi, l’idea che sta circolando in questi giorni e che potrebbe prendere corpo concretamente nei prossimi mesi, anche alla luce degli inevitabili cambiamenti della mobilità cittadina che sarà necessario attuare per contenere la diffusione del Covid 19.
La delibera comunale – E’ quanto emerge da un lungo post pubblicato il 1 maggio dall’Assessore capitolino alla città in movimento Pietro Calabrese, che riferisce dell’approvazione di una “delibera con piano straordinario da 150 km di nuove corsie ciclabili per dare impulso immediato alla mobilità sostenibile”. Una delibera frutto “dell’accelerazione sulle tipologie di ciclabili più idonee a semplificare al massimo la realizzazione del bici plan adottato nel Pums ad agosto scorso. Abbiamo scelto questi primi itinerari in base al miglior effetto rete da ottenere, verificati con dei sopralluoghi mirati per la cantierizzazione, e lasciato agli uffici amministrativi il tempo per poterli validare”.
L’impatto in II Municipio – In che modo e con che tempi tale intervento coinvolgerà il territorio del II Municipio ancora non si sa con certezza. Quel che è indiscutibile è che in zona la questione di una implementazione delle ciclabili era già da qualche giorno al centro di riflessioni non sempre entusiastiche dei cittadini, alcuni dei quali hanno espresso qualche perplessità con particolare riferimento alla situazione di corso Trieste, nei mesi scorsi al centro di un’accesa discussione quanto alla sorte della sua storica alberata che – questo il timore dei residenti – potrebbe essere parzialmente abbattuta per lasciare spazio alla nuova infrastruttura. Anche per rispondere a tale preoccupazione, il capogruppo del Pd nel parlamentino di via Tripoli Carlo Manfredi ha dichiarato ai media che “non c’è stata ancora alcuna decisione. C’è un gruppo di lavoro che sta esaminando la possibilità di realizzare una rete di ciclabili nel nostro territorio” ma “tutto questo non coinvolge in alcun modo i pini di corso Trieste. Comunque appena avremo formulato una proposta, coinvolgeremo sicuramente i cittadini”.
La perplessità dei residenti – Cittadini che non sembrano comunque molto convinti. A proposito del progetto, infatti, sui social si leggono commenti come “Bene per chi potrà andare in bicicletta! Ma Roma non è in pianura e il manto stradale è molto dissestato. Già sono moltissimi gli infortuni dei pedoni per le buche! Temo molto questa soluzione”. E ancora: “basta che non continuino a togliere parcheggi come è successo in altre strade. Se dobbiamo prendere la bici dovremo pure lasciarle da qualche parte” le macchine. “La bici non e’ per tutti: anche per motivi fisici non tutti hanno il posto di lavoro talmente vicino da poter essere raggiunto comodamente con le due ruote. Magari fosse così! Avremmo risolto il problema del traffico!”. Scrive poi un altro utente: “avete considerato quanti cittadini utilizzano la bici? Invece di continuare con le stupidaggini pseudo-ecologiste perché non risolvete il problema dei marciapiedi dissestati, dei parcheggi, della pulizia delle strade?”. Gli fa eco un altro: “usiamo i soldi per riaprire gli ospedali chiusi, per assumete medici e infermieri, per attrezzature che impediscano a chi lavora di morire”. Qualcuno favorevole però c’è. Come chi scrive che “le piste ciclabili devo interessare anche chi non va in bici, perché hanno il merito di riqualificare strade e percorsi resi inutilizzabili nel tempo. Vedere la Nomentana, che prima” in alcuni tratti “era completamente impervia per i pedoni e abbandonata a degrado, radici, insicurezza, sampietrini divelti, marciapiedi rotti)” mentre “adesso ci sono nuovi percorsi più sicuri per tutti, nuovi arredi pubblici e nuovi punti luce diffusi!”. Cristina Di Giorgi