L’infinito cantiere per il raddoppio della via Tiburtina. Un progetto approvato nel 2004, quando il sindaco di Roma era Walter Veltroni, ma per dare inizio ai lavori trascorsero altri quattro anni. Era il 2008. E da quel momento altre tre amministrazioni si sono misurate con quei 6,5 chilometri di strada da Rebibbia fino a Settecamini: tre corsie per senso di marcia di cui una riservata al trasporto pubblico, per un totale di sei corsie, senza mai terminare l’opera. Alemanno, Marino e Raggi.
Un primato non invidiabile, costruiti 500 metri all’anno – Se dividiamo quei 6500 metri per i 12 anni del cantiere senza fine, si sarebbero costruiti poco più di 500 metri all’anno. Comunque un record di lentezza, ma ancora oggi la via Tiburtina è tutt’altro che raddoppiata. Lo sanno bene le migliaia di automobilisti costretti nel traffico perenne, a zig zag tra cantieri che partono e si fermano, per andare al lavoro e tornare a casa. E decine di attività commerciali ed imprese, alcune fallite, altre esasperate, hanno scelto di trasferirsi altrove (desertificando l’area) a causa di una logistica che rende difficile anche la normale consegna della merce.
L’annuncio della Raggi nel 2018 – Nell’aprile 2018, dopo anni di fermo, si è aperto uno spiraglio di speranza, con l’intervento della sindaca Raggi che ha annunciato la ripartenza del cantiere abbandonato. “Ripartono su via Tiburtina i lavori che prevedono l’allargamento della strada, firmato l’accordo tra Roma Capitale e la ditta che si era aggiudicata l’appalto nel 2009” aveva detto la sindaca, aggiungendo “i lavori stessi saranno immediatamente ripresi e, con l’impegno acquisito anche dagli altri interessati, si punta a terminarli nell’arco stimato di un anno”. Cioè nel 2019, e di fatto nella primavera di due anni fa, ripartirono i lavori, con operai sulla strada e ruspe. Ma pochi mesi dopo, un altro stop. “Il Campidoglio aveva risolto un contenzioso con l’azienda del gruppo Tecnis, che nel frattempo è fallita e l’appalto è stato rilevato da un’altra ditta che procede a rilento – spiega Carlo De Felici del Comitato di quartiere Prato Lungo, che da anni segue la complessa vicenda della via Tiburtina – non si sono bloccati solo i lavori, ma negli anni è cambiato più volte il progetto originale, tanto che la strada avrà circa 17 semafori e nessuna delle due rotatorie pensate per snellire il traffico, quindi dubito che la viabilità sarà più veloce”.
La nuova deadline del 2021 – “A fine 2019 – aggiunge De Felici – dal IV municipio hanno ipotizzato altri due anni per il completamento. Ce la faranno con questi ritmi?”. Da completare restano un paio di chilometri, dalla metro Rebibbia all’imbocco del Gra, anche se il manto stradale realizzato, sta già invecchiando, ancor prima dell’ipotetica fine nel 2021. Dall’assessorato alle infrastrutture di Roma Capitale confermano che “l’appalto per il raddoppio di via Tiburtina ha presentato, già nella fase iniziale, problematiche con una modifica del progetto definitivo e una scarsa chiarezza negli aspetti contrattuali con la ditta che si sarebbe dovuta occupare della manutenzione. Errori e inadempienze hanno portato ad un contenzioso tra l’Amministrazione e l’impresa che nel frattempo è fallita” a cui poi è seguita una nuova ditta e il contenzioso gestito da un Commissario. Ora gli sforzi si concentrano sul presente. “Sono stati realizzati interventi per la viabilità del quartiere Casal dei Pazzi e sull’illuminazione in prossimità di via Casale di San Basilio e Tor Cervara” aggiungono dall’assessorato, ma sul raddoppio infinito una data non c’è. “Negli ultimi 6 mesi è stata accelerata la definizione degli aspetti contrattuali che permetteranno di completare i lavori nel più breve tempo possibile”. Paolo Travisi