La battaglia legale – La battaglia legale della Casa dei Diritti parte da lontano: l’immobile era stato assegnato all’Associazione nel 2004 che cinque anni dopo, nonostante la domanda di rinnovo a Roma Capitale rimasta senza risposta, aveva continuato a pagare il canone di locazione. Nel 2016 il Campidoglio aveva inviato la missiva con cui si invitava l’Associazione a lasciare l’immobile entro 10 giorni. “Già quella prima lettera arrivata dalla Giunta del Commissario Tronca, e che noi abbiamo deciso di impugnare – spiega Greco – era di per sé lesiva perché ci comunicava per la prima volta nel 2016 che il rinnovo chiesto nel 2009 e reiterato nel 2010, ci veniva rigettato per una delibera, la Delibera 140, che era stata firmata dalla Giunta Marino solo nel 2015”.
Una sentenza che può rappresentare un precedente – Greco non nasconde la sua soddisfazione: “Questa sentenza è importante perché è la prima del Tar dopo una serie di sentenze interlocutorie e cautelari che non erano entrate nel merito della vicenda. La cosa più importante che emerge è che esiste una normativa che si può applicare nel Comune di Roma per dare l’assegnazione dei locali del Comune stesso alle Associazioni che ne fanno richiesta”. E aggiunge: “Ricordiamo che al momento abbiamo un Comune che dal 2010, quindi da 10 anni, non dà nuove concessioni, e non ha rinnovato neppure quelle vecchie, proprio come nel caso della Casa dei diritti sociali”. Che impatto avrà questa sentenza? “Con questa sentenza – dice – viene sconfessata la teoria che c’era prima soprattutto in ambienti del M5S, e cioè che tutto andasse messo ad asta, a gara pubblica, perché i beni potevano dare un reddito al Comune di Roma. Invece il Tar ha riaffermato che ci sono anche beni che seguono una loro destinazione pubblicistica, e quindi non è detto che debbano essere per forza messi a reddito”. Prima che scoppiasse l’emergenza sanitaria, a livello cittadino si stava anche parlando di una proposta del gruppo assembleare del M5S relativa a un nuovo regolamento sulle assegnazioni da sottoporre alla giunta e all’assemblea del Comune. “Con l’emergenza – conclude Greco – si è bloccato tutto quanto. Ma questo momento di riflessione probabilmente ci può aiutare a vedere con un po’ più di distacco tutta quanta la vicenda e a capire come muoverci meglio in questa materia”.
Elena Paparelli