L’uomo, P.A., 36enne romano, ha riferito che durante il pomeriggio aveva consumato delle bevande alcoliche con la compagna e che avevano avuto una lite, inizialmente solo verbale, per motivi generici di convivenza e che, in un secondo momento, si è trasformata in aggressione fisica in quanto la compagna aveva chiesto alla madre dell’uomo di poter stare con la propria figlia che, in quel momento, si trovava in braccio alla nonna e, al rifiuto sia di quest’ultima che del padre della bambina, la donna era stata colpita dall’uomo.
In soccorso della vittima sono intervenuti anche i vicini di casa che, sentendo le forti urla, sono accorsi nell’appartamento e hanno confermato di aver visto l’uomo trascinare per terra e colpire violentemente la donna con calci e pugni. Una vicina di casa ha anche riferito che nell’abitazione era giunto anche il padre dell’uomo, il quale per cercare di impedire che il figlio continuasse a malmenare la compagna si era frapposto fisicamente tra lui e la donna, ma il figlio, in un evidente stato d’ira, continuava a minacciarla dicendole che l’avrebbe ammazzata. La vittima ha dichiarato agli investigatori che il suo compagno non era nuovo a questi episodi di violenza, ma non lo aveva mai denunciato per paura di ritorsioni; ora, però, che la cosa non era più sostenibile, si era finalmente decisa a farlo. Finalmente per P.A. si sono così aperte le porte di Regina Coeli.