Nelle pieghe dei Decreti del Governo per limitare il diffondersi del coronavirus sono finite anche le vicende politiche del Municipio XI di Roma. In primavera infatti i cittadini di Arvalia sarebbero stati chiamati alle urne per eleggere il minisindaco e il parlamentino. Questo perché dal 9 aprile del 2019 il Consiglio del Municipio XI è stato sciolto dopo l’uscita di alcuni consiglieri dal M5s e la sfiducia nei confronti del Presidente Mario Torelli ad opera delle opposizioni.
LE NUOVE ELEZIONI
Ad un anno dalla sfiducia si era iniziato a delineare il panorama elettorale, con candidati, programmi abbozzati e iniziative pubbliche, tutto bloccato dall’emergenza sanitaria. Lo spostamento della tornata referendaria (prevista per il 29 marzo) è stato il primo passo verso uno slittamento (avvenuto con Decreto il 6 aprile) della finestra elettorale. Le elezioni per il parlamentino di Arvalia si sarebbero potute tenere tra il 15 aprile e il 15 giugno, probabilmente assieme alle regionali in programma. Con lo spostamento di queste scadenze la prima finestra utile sarebbe quella dell’autunno prossimo, tra il 15 ottobre e il 15 novembre. Lo slittamento porterebbe il Municipio XI a comporre il suo Consiglio prima delle festività di Natale, con la necessità di eleggere i membri delle commissioni, presentare la Giunta e a votare le linee di indirizzo nella prima seduta utile. Rimandando queste operazioni a dopo il 6 gennaio 2021, saremmo a tre mesi circa dall’apertura della nuova finestra elettorale, che riporterà alle urne tutti i cittadini della Capitale per la scelta del nuovo Sindaco e il rinnovo dei Presidenti dei 15 Municipi. Tre mesi inutili per il governo del territorio, che si ritroverebbe subito in una nuova campagna elettorale.
VOTARE CON IL COMUNE?
In questi giorni già l’ex consigliere di Fdi, Marco Palma aveva sottolineato l’esigenza di unire le elezioni alle amministrative del 2021: “Evitare che l’XI per due mesi di operatività possa andare ad elezioni, uno sperpero di denaro inutile”. Dal Pd è il candidato del centro sinistra (l’unico ad aver confermato la candidatura) Gianluca Lanzi a parlare del poco tempo in carica se si votasse tra ottobre e dicembre prossimi: “Non sono le procedure a preoccuparmi, ma il fatto che il territorio sarebbe in una campagna elettorale costante. Inoltre non si potrebbe portare a termine nulla. In ogni caso, noi eravamo già pronti a correre, e lo saremo ancora”. Dalla Lega è Daniele Catalano a sottolineare la necessità di un decreto che sposti anche questa tornata elettorale più avanti nel tempo: “Non è auspicabile un Consiglio in carica tre mesi – spiega – sarebbe più saggio arrivare al 2021 con gli altri municipi”. Il rinvio per l’esponente di Fdi, Valerio Garipoli è una questione di credibilità: “Oggi bisogna stare al fianco dei cittadini. Il rinvio in autunno è giusto, ma è inutile un governo municipale per pochi mesi. È opportuno risparmiare risorse e credibilità”. L’unico a non scomporsi è il delegato della Sindaca su questo territorio, l’ex minisindaco Torelli, che sottolinea come non si sia mai parlato di elezioni in questa finestra elettorale: “Gli unici che ne parlano sono gli ex membri delle opposizioni – afferma – Il mio mandato scade con quello della Sindaca, si potrebbe slittare fino al 2021, governare per tre mesi sarebbe uno spreco”. Intanto il M5s locale non sembra comunque pensare alle nuove elezioni: “Senza l’ufficialità – conclude Torelli – non si crea una squadra, sono le opposizioni ad aver anticipato i tempi”. Leonardo Mancini