Rischia di restare così, come appare oggi ai passanti frettolosi che vanno e vengono dalla stazione Piramide, con il cancello chiuso e i treni antichissimi esposti alle intemperie: è il Polo museale dei trasporti della Capitale. Si trova a poche centinaia di metri dalla linea B della metropolitana e dalla fermata della Roma-Lido e custodisce un patrimonio immenso fatto di convogli e reperti ferroviari, di documenti, libri, cimeli e fotografie che raccontano oltre un secolo di storia del trasporto pubblico su ferro del Lazio.
LA RACCOLTA FIRME PER LA RIAPERTURA – Il cancello del Polo si è chiuso a marzo per le restrizioni anti Covid “ma non ha riaperto neanche in estate, quando le misure sono state allentate e tutti i musei hanno ricominciato le visite”, spiega David Nicodemi, portavoce del Comitato del Polo museale che riunisce 26 associazioni che hanno avviato una raccolta firme per chiedere la ripresa delle attività. A oggi la petizione online ha raccolto quasi 600 firme e due mozioni sono state presentate, su spinta delle associazioni, una all’Assemblea capitolina, l’altra al consiglio del Municipio VIII. A mettere in allarme le associazioni, che hanno animano lo spazio da anni con attività artistiche, didattiche e ambientali è stato “il trasferimento, prima dell’estate – sottolinea Nicodemi – del personale di Atac che si occupava della manutenzione e guardiania. Ora nessuno sorveglia questo patrimonio e temiamo che vogliano dismetterlo per sempre”.
LE POSIZIONI DI REGIONE LAZIO, CAMPIDOGLIO E VIII MUNICIPIO – Sul Polo pende un vincolo come bene culturale e sul suo futuro sono molti gli attori chiamati a rispondere. La proprietà dell’area è di competenza della Regione Lazio, i treni esposti come il notevole archivio conservato sono invece di proprietà di Atac. La mozione votata sia in Campidoglio che in Municipio chiedeva di costituire un tavolo che riunisse la Regione Lazio, Atac, Roma Capitale e le associazioni con l’obiettivo di discutere del futuro dello spazio. L’atto in Assemblea capitolina è stato bocciato dalla maggioranza M5s e quindi “ho chiesto la convocazione urgente di una commissione Patrimonio – spiega Svetlana Celli, consigliera della lista civica di centrosinistra Roma torna Roma, prima firmataria della mozione – stiamo parlando di un’officina culturale del territorio che non può essere spenta, soprattutto perché ce lo chiede la società civile e tutti devono fare la loro parte per chi, per anni, ha tenuto vivo un importante quadrante della città”. L’impegno al Municipio VIII, invece, è stato approvato, “e subito ho cercato un’interlocuzione con il presidente di Atac – spiega il minisindaco Amedeo Ciaccheri –, c’è stata una disponibilità di Mottura a interessarsi alla questione ma ancora non è stato prodotto alcun documento. Si tratta di un luogo del territorio in cui si possono sviluppare attività all’aperto in linea con le norme anti Covid, quando i musei riapriranno. È un centro culturale importante per il quartiere e che vogliamo preservare”. Intanto da Atac fanno sapere che lo spazio è chiuso al pubblico per le restrizioni dovute alla pandemia e che l’azienda capitolina per il trasporto pubblico è in attesa di conoscere dall’ente regionale quale debba essere il futuro del polo per poi poter agire di conseguenza.