“Ingegnere, il 2021 potrebbe essere un anno di vero rilancio per l’Eur che si è candidato ad ospitare il G20 (che si svolgerà in Italia a fine anno) e allo stesso tempo vedrà l’apertura dell’Acquario di Roma.
“È un’occasione irripetibile per tutta la città e anche per buona parte del paese. L’Eur SpA sta portando avanti un’azione di rilancio per tutto il quartiere, il nuovo AD, Antonio Rosati, ha capito, e mi complimento con lui, che stare tutti insieme è la mossa vincente, per questo stiamo già pensando ad un pacchetto unico e a degli accordi commerciali da offrire a chi viene nel quartiere per qualsiasi motivo, magari per un congresso alla Nuvola: se facciamo rimanere il turista un giorno in più per visitare l’Acquario, poi gli diamo lo sconto anche per il Polo Museale, una promozione per andare a mangiare in un ristorante e dormire in un hotel di zona. Insomma sarà tutto il quartiere a beneficiarne e poi potremmo offrire un pacchetto nuovo a chi viene a Roma, che non è solo San Pietro e Colosseo ma anche l’Acquario e la Nuvola”.
Lei sta correndo però, a che punto siamo con i lavori dell’Acquario? Il Covid ha imposto un’altra battuta d’arresto.
“Abbiamo trovato una quadra, nel senso che serviva un’ultima tranche di denaro per il completamento dei lavori e sarà il Fondo inglese Zetlan che verserà questa somma. In cambio il fondo londinese è pronto a rilevare la quasi totalità delle azioni della Mare Nostrum e poi chiede un adeguamento del Piano Economico Finanziario così come previsto dalla legge e come già condiviso dal Tribunale lo scorso aprile, quando ci ha concesso l’omologa al concordato preventivo: siamo già a buon punto per raggiungere un accordo sull’allungamento della Convenzione che ci ha concesso lo spazio sotto il laghetto dell’Eur e che permetterebbe finalmente di vedere la realizzazione di un’opera di interesse pubblico”.
A che punto sono le trattative?
“L’Eur Spa chiede al nuovo fondo la garanzia che la struttura venga completata e apra regolarmente. Stiamo procedendo secondo ciò che è previsto dalla legge sui lavori pubblici e così come ci è stato indicato dal magistrato quando nell’aprile scorso ci è stato dato il via libera al nuovo piano industriale: ci sono tre giudici, un liquidatore e una commissione di avvocati e commercialisti che stanno cercando di capire qual è il punto di incontro affinché l’opera possa stare in piedi dal punto di vista economico e finanziario, un’opera che ormai è di interesse pubblico. Voglio anche specificare che questo accordo passa per il controllo del Tribunale, insomma, non ci stiamo inventando nulla”.
Che scadenze vi siete dati?
“Dovremmo chiudere in queste settimane l’accordo e poi partire entro la primavera, da lì sono necessari 5-6 mesi per effettuare il completamento e per aprire definitivamente. Certo, speriamo che il Covid passi in quest’anno e che per il finale del 2021 il vaccino abbia preso piede e ricomincino gli spostamenti sia sul territorio nazionale ma soprattutto gli arrivi internazionali”.
Il Fondo inglese, anche da quello che hanno detto alcuni giornali di settore, prenderà circa il 90% delle azioni della Mare Nostrum, quindi voi uscite di scena?
“No, tutt’altro. Io e i miei figli e tutta la squadra che ha lavorato in questi anni per vedere realizzato un sogno, rimarrà nel Comitato Scientifico Expomed. La cessione della Mare Nostrum è un atto necessario affinché l’Acquario veda davvero la luce ma il comitato continuerà a vigilare e a promuovere la realizzazione delle finalità naturalistiche e di divulgazione scientifica che sono alla base del progetto dell’Acquario di Roma, affinché non diventi cioè un semplice divertificio ma un polo scientifico, culturale ed educativo, un centro di eccellenza per tutto il Mediterraneo”.