LE DUE VISIONI OPPOSTE – La frattura nasce da due visioni opposte del destino dell’area. Da una parte i residenti del comitato Rinascita Tiburtina. Che immaginavano per la zona una vera e propria rivoluzione degli spazi. Un’idea che non era soltanto esercizio di stile, visto che hanno presentato al Comune un progetto partecipato raccogliendo oltre 8mila firme e confrontandosi ripetutamente proprio con il Campidoglio. Dall’altro lato, il Comune e le esigenze legate alla viabilità che inevitabilmente interessa tutte le aree limitrofe. E parallelamente la necessità, per un movimento alle origini ambientalista come quello dei 5stelle, di salvaguardare l’immagine green dalle polemiche di chi proprio nel verde vede il punto debole di tutta la nuova area che si va delineando. “La quasi totalità delle alberature presenti nell’area, in piazzale della Stazione Tiburtina e zone limitrofe, non solo sarà mantenuta, ma anche potenziata per un totale di circa 50 nuove alberature” aveva spiegato l’assessora alle Infrastrutture Linda Meleo, all’indomani di una nuova mobilitazione del comitato. “Nuovi alberi saranno piantati, ad esempio, sulla Circonvallazione Nomentana, dove ora non sono presenti, così come nella parte adiacente ai nuovi stalli Atac, attualmente in fase di realizzazione. Sarà necessario rimuovere solo pochi alberi, gran parte dei quali sono in precario stato di salute, per completare il progetto in via Mazzoni, dove saranno realizzati una piastra pedonale e dove ci sarà un’intera fila di nuovi alberi. Questo significa che sul totale dell’area oggetto dei lavori riduciamo la carrabilità del 30 per cento e aumentiamo la pedonalità del 300 per cento” ha concluso Meleo.
LA POSIZIONE CRITICA DEL II MUNICIPIO – “La questione non è tanto se avremo un albero in più o in meno – ribatte dalle pagine de Il Caffè Rino Fabiano, assessore al Verde del II Municipio – l’aspetto grave è che non sono stati ascoltati quei cittadini che hanno combattuto per anni contro un mostro di cemento chiamato tangenziale. Persone reali che vivono proprio tra via Mazzoni, via Teodorico, via Lorenzo Il Magnifico, circonvallazione Nomentana e le altre strade interne. E che avevano dato indicazioni precise e pertinenti sulla definizione del piazzale ovest, chiedendo approvare un progetto grazie al quale lo si umanizzava creando una grande piazza con alberi e panchine. Il Campidoglio, invece, sceglie di trasformare la viabilità nel modo opposto. Realizzano una piccola rotonda e spostano una parte di alberi davanti l’ingresso di via Masaniello, spostano tutti i capolinea nello slargo di via Mazzoni, creano corsie di transito per taxi e bus che si immettono nelle strade intorno. Ecco fatto: il sogno dei cittadini è stato infranto”.
L’OCCASIONE PERSA – “È una grande occasione – sottolinea ancora Fabiano – persa perché in questo modo un mostro di cemento verrà solo sostituto dai capolinea degli autobus. Evidentemente la funzionalità sulla mobilità ha prevalso sulla tutela della salute e del bene comune. Dal Campidoglio non hanno accettato la sfida al recupero ambientale, hanno fatto una scelta di pragmatismo funzionale agli spostamenti ma non hanno avuto la lungimiranza di guardare oltre. È questo il vero problema. La grande contentezza per l’abbattimento della tangenziale purtroppo viene oscurato, ogni giorno di più”. “Dispiace – conclude l’Assessore del II Municipio – perché il percorso dei residenti era stato ben delineato e anche affrontato insieme alle istituzioni. Saremo sempre accanto al comitato, io sono tra i firmatari del progetto come tanti altri, senza colori politici, ma non è bastato neanche quello. Il punto di caduta è proprio questo mancato ascolto, mi auguro sempre che il Campidoglio cambi idea ma la vedo dura”.