LE TESTIMONIANZE DEI DIPENDENTI – La questione ha sollevato non pochi malumori, tanto che è finita al centro di una commissione Cultura di Roma Capitale, presieduta dalla consigliera M5s, Eleonora Guadagno. “Ci sono i topi, i barboni fuori, non c’è la luce esterna di sera, molte persone, le donne soprattutto, si fanno accompagnare perché è completamente buio”, ha spiegato l’architetto Sebastiano La Manna. “Abbiamo trovato escrementi nei cassetti, la situazione non è banale – ha sottolineato la Sovrintendente capitolina Maria Vittoria Marini Clarelli – si è reso necessario un lavoro di messa a punto importante. Sembrava la Sovrintendenza non dovesse spendere nulla per questo trasferimento e invece un investimento lo abbiamo fatto, dall’impianto elettrico alla derattizzazione. L’edificio individuato nei Mercati generali è in un’area che non è mai stata completata. Cercheremo di farcelo piacere – ha aggiunto – ci diremo che siamo nel quartiere più cool di Roma. Avevo fatto presente che molti architetti lavorano sul centro storico e stanno anche in Campidoglio. Mi è stato detto che ci bastano e avanzano le auto che abbiamo. Ne abbiamo tre in tutto, di cui una a fine vita carrabile. Evidentemente – ha lamentato – è un ufficio a cui l’amministrazione non tiene molto”. Immediata la replica della presidente Guadagno che ha sottolineato “abbiamo a cuore la Sovrintendenza” e ha assicurato che segnalerà le problematiche riscontrate agli uffici competenti.
IL RISCHIO DI UN RALLENTAMENTO DELLE GARE IN CORSO – Intanto, però, il problema degli spostamenti dei dipendenti, che ora diventano più difficoltosi, rischia di rallentare i processi in corso: “Sulle gare che si dovranno chiudere entro la fine dell’anno mi auguro siate comprensivi”, ha concluso Marini Clarelli. Qualche intoppo, infatti, non è da escludere perché “non si può spezzettare un dipartimento come il nostro – ha raccontato l’architetto La Manna – abbiamo sedi a piazza Lovatelli, alla centrale Monte Martini, in tutti i musei e ora anche ai Mercati generali. Avere il rapporto con i colleghi diventa difficoltoso. Dopo non si può dire che ci si mette tanto a fare questo o quel progetto, poi non si può dare la colpa ai tecnici e agli amministrativi. Se Roma deve funzionare i dipartimenti vanno riuniti”.