IL PROGETTO – Finanziato dall’Impresa Sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il Contrasto alla povertà educativa minorile, il progetto parte “dal ripensamento e della narrazione degli spazi pubblici, dei simboli del quartiere attraverso le storie dei luoghi e dei suoi abitanti”. Tre “Musei Collettivi di Quartiere”, in cantiere, dunque, utili a consolidare una comunità educante nel lungo periodo. “Il racconto sui media, per esempio, di Primavalle – spiega Bove – oggi è simile a molte altre periferie che vengono superficialmente descritte come luoghi pieni di criticità, di degrado, imprevedibili e con caratteristiche e destini simili”, dice. E aggiunge: “Primavalle ha una e mille storie che la differenziano dalle altre periferie. Ha la possibilità di evolvere e cambiare adattandosi alle nuove sfide, forse proprio perché più libera nelle sperimentazioni rispetto al “centro” di Roma, detentore ufficiale di bellezza e cultura e forse, anche per questo, ingabbiata nella sua stessa immagine”. Da qui la necessità di un modo nuovo per narrare il patrimonio materiale e immateriale di Primavalle: “dare voce ai suoi abitanti e creare, insieme, un simbolo in cui identificarsi e in cui essere riconosciuti. Il termine stesso “Museo” conferisce ufficialità e riconoscibilità immediata per tutti, e per noi, diventa una chiave di accesso per far scoprire questo quartiere”.
LA COLLABORAZIONE CON L’ECOMUSEO CASILINO – Partner di P. -arch, l’Ecomuseo Casilino ad Duas Lauros, che ha portato avanti una sperimentazione analoga sul territorio di Tor Pignattara, e che si occupa, con il supporto di Melting Pro, delle azioni di engagement a Primavalle. “Con loro e con il coordinamento dell’Ass. CLAC di Palermo – puntualizza Bove – lavoriamo per dare una nuova opportunità di crescita, di rafforzamento delle relazioni, di riconoscibilità a questi territori”. La costruzione del Museo è ancora alla primissima fase di realizzazione: la co-progettazione dei loghi rappresentanti i tre quartieri. “La costruzione partecipata di un Museo è un processo graduale che segue i ritmi naturali delle comunità. Abbiamo deciso di coinvolgere da subito i cittadini e le cittadine”.
I PROSSIMI PASSI – Il percorso è coinvolgente: “Successivamente inizieranno gli incontri e i momenti laboratoriali, a distanza e in presenza, con i cittadini, le associazioni e le scuole per raccogliere storie individuali e collettive. Cercheremo di ricostruire la memoria dei quartieri attraverso gli oggetti e i luoghi che hanno un valore per gli abitanti”. Elemento centrale del progetto, le scuole: “Con P.arch lavoreremo alla rigenerazione creativa di alcuni spazi inutilizzati delle scuole, qui apriremo dei Community Lab, spazi aperti ai territori in cui si svolgeranno diverse iniziative artistiche e culturali, tutte pensate per le comunità di riferimento”. Il cambiamento nelle periferie è certo possibile ma – conclude Bove – “è importante che ci sia il supporto delle Istituzioni o di altri Enti che forniscano i mezzi, economici e non solo, per rendere questo cambiamento reale e sostenibile”.