PD: “Preannunciare l’avvio di Maximo è una provocazione”
“Annunciare di nuovo ed unilateralmente l’apertura del centro commerciale Maximo – attacca Giulio Pelonzi, capogruppo PD in aula Giulio Cesare – e’ un atto arrogante e provocatorio verso l’amministrazione Capitolina, verso i cittadini del Municipio IX, verso il Tar del Lazio. Proprio a seguito dell’ordinanza del Tar la commissione urbanistica di Roma Capitale ha definito un percorso amministrativo per assicurare l’attuazione delle opere pubbliche previste in convenzione – aggiunge Pelonzi – deve essere chiaro a tutti i soggetti coinvolti che l’apertura del centro commerciale sarà consentita solo dopo l’adempimento degli obblighi presenti in convenzione. Nessuno sottovaluta l’importanza degli investimenti privati nella possibilità di creare posti di lavoro, ma ricordiamo che le cubature commerciali in possesso del soggetto promotore sono frutto di una ‘premialita’’ data da Roma Capitale sulla base dell’interesse pubblico individuato nella realizzazione delle opere per i cittadini. Verificheremo se l’annuncio di apertura possa ricadere nella fattispecie giuridica della pubblicità ingannevole. Come gruppo del Partito democratico chiediamo alla Giunta ed agli uffici competenti di non autorizzare l’apertura se non a conclusione del percorso amministrativo che dia ai cittadini le opere pubbliche”, conclude Pelonzi.
FDI: “Garantire la realizzazione delle opere pubbliche”
“Vogliamo capire – rincara la dose Andrea De Priamo, capogruppo di Fratelli d’Italia in Campidoglio – cosa ne pensano la sindaca Raggi e l’assessore Montuori. L’assemblea capitolina ha votato una mozione all’unanimita’ che dice in modo chiaro che per procedere all’apertura occorre verificare la realizzazione delle opere pubbliche, come la piazza e l’edificio pubblico, che erano alla base del piano di recupero urbano che ha consentito di costruire le opere private. In seguito e’ iniziato un percorso in commissione urbanistica che viene ignorato da questo annuncio. Non vogliamo un rinvio sine die dell’apertura e siamo sensibili al tema occupazionale ma non possiamo accettare che vengano ignorate le istanze di un intero quartiere, il Laurentino, in nome del quale questo provvedimento di recupero urbano e’ nato. Vogliamo che siamo chiariti tempi di realizzazione e certezza delle opere e questo al momento non e’ stato fatto. La Raggi e l’assessore Montuori rompano il silenzio e dicano se intendono far rispettare gli indirizzi espressi dall’aula e in teoria condivisi anche da loro”.
M5S: “Avvio di Maximo atto sconsiderato e arrogante”
“Maximo – attacca Carlo Maria Chiosso, presidene della Commissione Urbanistica capitolina M5S – nasce con la stipula di una Convenzione nel 2008 e da allora, 12 anni, c’è stato tutto il temo per realizzare l’Opera. Ora l’accelerazione contro il tempo pur di aprire parzialmente. Ci hanno provato il 28 ottobre, ora tentano il 27 di Novembre pur essendo ricorsi al TAR che oltre ad emettere un ordinanza ha rinviato al 14 dicembre. Forse ai proponenti non è ben chiaro che alla città di Roma, al Municipio IX, interessano le opere pubbliche previste in Convenzione e finche non saranno completate e collaudate non sarà rilasciata alcuna autorizzazione commerciale. Sono state fatte 3 commissioni di Urbanistica sul tema con la presenza del Proponente e le indicazioni mi sembra siano state ben chiare. L’annuncio unilaterale odierno è un atto sconsiderato, arrogante verso il Comune e senza rispetto per i molti giovani e meno giovani che attendono di poter lavorare nel centro Maximo. So per certo che alcune strutture stanno già allestendo i propri negozi in vista di questa fantomatica apertura. E’ stato individuato un percorso amministrativo da seguire, come ordinato dal TAR Lazio, chiaro e preciso verso il quale la parte proponente si è dichiarata assolutamente concorde e collaborativa ma questa notizia, fondata, dimostra ben altro. Gli interessi del quartiere e della Città vengono prima di tutto, non permetteremo che anche questa volta le Opere Pubbliche restino delle eterne incompiute”.
L’attacco di Agnello e Iorio
Sulla stessa lunghezza di Chiossi d’onda anche le due consigliere capitoline M5S Alessandra Agnello e Donatella Iorio, rispettivamente ex presidente Commissione Lavori Pubblici e Urbanistica di Roma: “Apprendiamo con sconcerto – hanno dichiarato le due in una nota stampa – la notizia della prossima apertura del centro commerciale Maximo che dovrebbe avvenire il 27 novembre. Si tratta di un annuncio unilaterale dei proponenti fatto in totale spregio della volontà dell’Amministrazione, dei diritti dei cittadini del IX muncipio e dell’ordinanza del Tar Lazio che ha chiesto alle parti in causa di superare lo stallo attuale entro il prossimo 14 dicembre. In queste settimane, proprio a seguito dell’ordinanza del TAR, gli Uffici comunali stanno valutando un percorso amministrativo che riesca a garantire il completamento delle opere pubbliche necessarie all’apertura del centro commerciale. Pur consapevoli degli investimenti fin qui sostenuti dai privati e dei posti di lavoro che la grande struttura di vendita potrà offrire, questo annuncio ci costringe a ribadire un punto fondamentale su cui non è possibile transigere. Il centro commerciale senza le opere pubbliche non apre! Dovrebbe essere chiaro a tutti, infatti, che tali investimenti sono stati possibili in quanto la struttura di vendita è inserita nel PRU Laurentino, uno strumento urbanistico che si sostanzia nell’interesse pubblico insito nella realizzazione delle opere pubbliche necessarie al recupero di una parte di città e ritenute utili per la cittadinanza, così come previsto dalla convenzione stipulata nel lontano 2008. Va da sè che solo con il completamento e il collaudo delle stesse l’Amministrazione potrà rilasciare l’autorizzazione all’apertura del centro commerciale. Ci aspettiamo a questo punto che il proponente si mostri collaborativo con l’Amministrazione, così come dichiarato nel corso della commissione urbanistica, per addivenire in tempi rapidi ad una soluzione, come ordinato dal TAR e soprattutto nel rispetto dei patti convenzionali e dell’interesse pubblico che li hanno determinati. Se i proponenti hanno realmente a cuore la sorte degli operatori e dei lavoratori lascino da parte gli annunci prematuri e si impegnino concretamente a superare le difficoltà che hanno determinato lo stallo, che non dipendono dal Comune o dalla burocrazia ma solo dal mancato completamento delle opere a servizio dei cittadini”.