Da qualche anno a Roma si è sviluppata una lodevole iniziativa, quella degli “orti urbani” posti in vicinanza dei fiumi. Infatti, pagando una cifra simbolica al Comune, viene concessa un’area verde, vicino ad un corso d’acqua, da adibire a orto, sfruttando la potenzialità di irrigare la terra. Molti pensionati, ma anche cooperative, hanno aderito alla meritevole iniziativa e così coltivano queste piccole aree che altrimenti sarebbero lasciate al degrado. Il Caffè è andato a visitare un’area di cui si è occupato spesso, quella dove sono “scomparsi” diversi ponti di cui uno costruito dall’imperatore Marco Aurelio, una vicenda ancora in divenire in cui non sono state date le risposte richieste e di cui si sta occupando anche la commissione trasparenza capitolina. Si tratta del fosso dell’Acqua Acetosa, nel quadrante sud di Roma, chi insiste sull’area del Laurentino 38 e Castellaccio (Eur – Torrino) per poi confluire nel Vallerano a sua volta affluente del Tevere. Inoltrandosi nella folta vegetazione a ridosso del rivo dell’Acqua Acetosa abbiamo potuto constatare che ogni orto è protetto da un robusto lucchetto. Alcune sono vere e proprie porte munite anche di monili. Dentro, oltre l’orto ci sono delle costruzioni in lamierato e legno che assomigliano a baracche. La cosa singolare è però che in alcune di esse ci sono anche tavolini e addirittura un forno per fare la pizza con tavolino e sedie. Sia questa estate che qualche giorno fa abbiamo poi potuto constatare addirittura la presenza di auto parcheggiate davanti ad alcune entrate che scendono da una strada sterrata che si dirama da via Carlo Levi. Sempre nel periodo estivo una struttura era abitata e si vedevano delle luci all’interno con un grosso furgone parcheggiato in via Levi che arrivava la sera e ripartiva la mattina. Poiché spesso i terreni vicino ai corsi d’acqua a Roma sono ambiti territori di abusivi – nello scorso numero ci siamo occupati di tale fenomeno alla confluenza del fosso del Vallerano con il Tevere – sarebbe bene controllare che anche qui non sia successo lo stesso a danno dei tanti che coltivano invece gli orti legalmente. La cosa che colpisce è che questa zona è sempre quella dei “ponti scomparsi”, prossima a Tor di Valle, dove dovrebbe sorgere il contestato Stadio della AS Roma. Un’ area veramente problematica in cui c’è un parco inaugurato e mai aperto, un ponte imperiale che non c’è più, una ciclabile interrotta, una scuola non ultimata e tante altri piccole e grandi stranezze ancora in attesa di una risposta ufficiale.
05/11/2020