– Domanda sulle comunali: in questi giorni ha avuto modo di criticare la candidatura di Calenda. Perché? Più in generale, come vede il centrosinistra sul fronte elettorale?
“Da parte del Pd, che rappresenta il player principale del centrosinistra, ho sempre rilevato una vera e propria pregiudiziale nei confronti di Virginia Raggi. Non si tratta di una divergenza di vedute e proposte che si innesta in una classica dialettica tra maggioranza e opposizione. Mi riferisco a un profondo livore aprioristico, spesso condito da attacchi sulla sfera personale non suffragati o corroborati da proposte e da analisi nel merito. Un atteggiamento che mi è sembrato sintomo di infantilismo politico. Su queste basi è ovviamente difficile costruire un confronto sano e costruttivo per la città, incentrato sui temi e sui contenuti. Faccio un esempio concreto. Virginia Raggi e la nostra Amministrazione si sono contraddistinti per azioni e posizionamenti caratterizzati da un vigoroso antifascismo, esplicitato tramite percorsi concreti. Come non pensare alla battaglia di civiltà e democrazia avviata e strutturata contro Casapound. Parliamo di una realtà che occupa abusivamente un palazzo nel centro di Roma, dove si trova addirittura la sua ‘sede’ ufficiale. Uno schiaffo quotidiano in faccia a tutta la città. Dopo anni di silenzio che – a questo punto – non esito a ‘definire’ compiacente il Pd non soltanto non ha appoggiato la nostra battaglia, ma ha iniziato ad accusare Virginia Raggi di non essersi mossa adeguatamente proprio sulla questione antifascista. Sarebbe, invece, stata un’occasione formidabile per un dialogo sano e trasparente rispetto ai temi cardine della nostra Costituzione e agli ingredienti che compongono la cultura democratica del nostro Paese. A ciò occorre aggiungere un giudizio assai negativo sulla precedente Amministrazione di Marino che, per quanto riguarda i miei temi, ci ha consegnato una macchina amministrativa disastrata, da rottamare, colpita dalla scelleratezza dell’atto unilaterale, dal blocco del turnover e dall’assenza di qualsiasi programmazione. Era stato del tutto svilito ogni accenno alla cultura del lavoro, come se i dipendenti capitolini fossero un fardello da alleggerire passo dopo passo. Direi che appare come un tragico paradosso per una forza politica cui piace definirsi di ‘sinistra’. Per quanto concerne Calenda: è portatore di una visione economica incentrata sul liberismo selvaggio che quindi sarebbe più naturale collocare a destra. Il suo grado di inaffidabilità e opportunismo è testimoniato da una vicenda: poco più di un anno fa fu eletto al Parlamento europeo nel Pd, salvo poi abbandonarlo pochi minuti dopo e iniziare a sbeffeggiarlo ogni giorno. Un tradimento clamoroso, ma non pago di tutto ciò oggi Calenda pretende l’appoggio incondizionato proprio del Pd, senza sottoporsi alle primarie. Non credo ci sia molto altro da aggiungere”.
*- Anche il centrodestra è impegnato su nome candidato e coalizione. Che idea si è fatto? *
“Sul centrodestra vorrei proporre una riflessione che sto sviluppando pubblicamente proprio in queste ore. Rischiamo effettivamente di precipitare in un Alemanno bis, in una fotocopia sbiadita di una disastrosa esperienza di governo della città. Nomi e dinamiche sono le stesse di quegli anni, che girano e rigirano vorticosamente tra i vari partiti della coalizione, facendoci soltanto riavvolgere il nastro. Ma – come si suol dire – cambiando l’ordine degli addendi la somma non cambia. A questo tema accentrale vorrei aggiungere un ragionamento legato alla strettissima attualità. Percepisco con forte preoccupazione il rischio di una pericolosa contaminazione tra l’estrema destra, violenta ed eversiva, e i partiti della destra istituzionale che siedono in Parlamento e che si candideranno a governare Roma alle prossime elezioni. Un intreccio spesso camuffato ma che si sta rivelando in tutta la sua spregiudicatezza. Il malessere di molte fasce e categorie della popolazione sta emergendo fisiologicamente in questa fase complicata di crisi sanitaria ed economica. Manifestare le proprie ragioni rappresenta un diritto e per tante persone è assolutamente legittimo e comprensibile. Diametralmente opposto è ricorrere alla violenza, devastando e mettendo a ferro e fuoco strade e piazze.
In questo scenario l’estrema destra tenta – durante alcune manifestazioni – di insinuarsi subdolamente, soffiando sul fuoco del disagio, strumentalizzando le difficoltà di imprenditori e commercianti per scopi puramente egoistici, cioè per ritagliarsi spazi di visibilità politica e mediatica.
Alcuni cortei svolti a Roma negli scorsi giorni hanno registrato uno strano intreccio tra esponenti della destra istituzionale e militanti di Forza Nuova. Una commistione, stavolta neanche troppo mascherata, che si è rivelata con vere e proprie staffette e passaggi di testimone, come nel caso di uno striscione utilizzato nei giorni scorsi dalla Lega in piazza Cavour e subito dopo Forza Nuova in Piazza del Popolo, dove sono esplosi violenti scontri.
Ne approfitto quindi per rivolgere un appello a tutti gli appartenenti a partiti di destra. Denunciate sempre ogni violenza, isolate Forza Nuova e i violenti, ma fatelo in modo chiaro e radicale. Tenetevi alla larga da personaggi che idolatrano il fascismo e da gruppi intrisi di nostalgia del Ventennio. Fugate ogni sospetto, senza se e senza ma. L’idea che ci sia qualche legame tra le due piazze di martedì costituisce un vulnus per la nostra democrazia.
L’osmosi tra la destra delle poltrone e i neofascisti si è già concretizzata in tutta la sua drammaticità durante la Giunta Alemanno. Recidete ogni flirt con chi inneggia al Duce e gira le periferie per reclutare giovanissimi e persone in estrema difficoltà, per poi sobillarle e lanciarle nelle piazze come fossero oggetti contundenti.
Bisogna scongiurare in ogni modo il rischio di un Alemanno bis. E’ in gioco la tenuta sociale e democratica della città e del Paese. Oggi non ci si può rifiutare di tracciare un confine netto e invalicabile tra la società civile e i rigurgiti neofascisti. Nessun equivoco è più accettabile, nessuna ambiguità è possibile. Perché si rischia una detonazione irreversibile.”