LA VENDITA DI PARSEC 6 È VALIDA?
Del resto, Maximo naviga in un mare decisamente agitato da più di qualche mese. La società Parsec 6 – giova ricordarlo – il 16 ottobre scorso sarebbe stata ceduta dal Gruppo Parnasi/Unicredit alla società anonima Polma 1 sa-Gruppo CPI Property. Non sappiamo se tale vendita, avvenuta con la ‘benedizione’ di Unicredit e al costo di 250 milioni di euro, sia valida per due motivi. Primo: la Convenzione urbanistica del 2009, ossia il contratto che regola i rapporti tra Comune di Roma, Regione Lazio e Gruppo Parnasi impedisce di vendere, affittare o anche solo sub-affittare Maximo prima del suo avvio e soprattutto prima che fossero completate ed avviate (a spese del costruttore!) anche tutte le opere pubbliche a servizio del vicino quartiere del Laurentino 38: una piazza pubblica ampia 15mila metri quadrati (quanto tre campi da calcio di serie a), tre piani sottostanti e interrati di parcheggi per un totale di 2770 posti auto, la nuova sede del IX Municipio e un ponte pedonale di collegamento tra la piazza e il quartiere. Secondo: l’ordinamento giuridico italiano non contempla tipologie di società indicate tecnicamente come “sa”, ossia anonime: i soci che detengono le quote di questo tipo di aziende hanno il diritto di restare nell’ombra senza che i nominativi siano trasmessi alla Camera di Commercio e, inoltre, nei casi di contenzioso economico-giudiziario gli stessi soci rispondono dei danni provocati dalla società che detengono solo nei limiti del capitale versato in cassa, non un centesimo in più. Tale vendita potrebbe essere quindi in contrasto o comunque incompatibile con alcune normative italiane ed ha creato, tra l’altro, molti problemi ai consiglieri capitolini che stanno predisponendo – così apprende il nostro giornale da fonti riservate – un documento contenente numerose richieste di chiarimento in merito da inviare alla sindaca Raggi, alla Giunta ed al Consiglio comunale.
GIUNTA RAGGI OPERA IN MODO “ILLEGITTIMO”
Le incertezze sulla possibile data di apertura e sul presunto/possibile passaggio di proprietà della Parsec 6 si sommano, poi, ad una infinità di incertezze politico-amministrative. Difatti sulle opere pubbliche collegate a Maximo che il Gruppo Parnasi avrebbe dovuto completare e avviare insieme al centro commerciale e a sue spese (di cui non si intravede nemmeno l’ombra!) stanno indagando contemporaneamente le Commissioni Urbanistiche regionale, capitolina e IX Municipio, la super Commissione ispettiva di Roma Capitale (tecnicamente, si tratta di una Due Diligence) istituita con il voto unanime dell’aula Giulio Cesare e la Procura di Roma, su mandato della Polizia Municipale. Inoltre, il tentativo del Gruppo Parnasi di raggiungere un accordo al ribasso con il Comune di Roma, che tecnicamente prende il nome di ‘atto d’obbligo’, per realizzare le opere pubbliche solo parzialmente o in un secondo momento, è stato respinto dall’architetta Cinzia Esposito, responsabile del Dipartimento Urbanistico capitolino. Eppure la Parsec 6 non sembra intimorita e prova a fare la voce grossa: “Nonostante siano stati ormai da noi ultimati i lavori pubblici e privati (di Maximo, ndr) – scrive difatti la Parsec 6 ai propri soci – è sorta con il Comune di Roma una controversia in merito all’interpretazione degli obblighi convenzionali (…) che ha impedito e sta impedendo alla scrivente di presentare con successo le pratiche di avvio del centro commerciale (ossia i certificati di collaudo e quelli che permettono l’avvio delle attività commerciali, ndr) quindi riteniamo illegittima – taglia corto la Parsec 6 – la posizione assunta dall’Amministrazione comunale di Roma”. Di fatto, senza il collaudo tecnico-amministrativo validato da Campidoglio e Regione Lazio Maximo non potrà entrare in funzione.
PAROLA AL TAR DEL LAZIO
Dopo l’attacco all’Amministrazione Raggi, la comunicazione della Parsec 6 ai propri soci si chiude con una sviolinata ai giudici, gli unici che potrebbero compiere il ‘miracolo’, ossia permettere di avviare Maximo nonostante i requisiti imposti dalla Convenzione Urbanistica del 2009 non siano stati rispettati: “Nonostante gli sforzi profusi per addivenire ad una soluzione consensuale – scrive l’ingegner Giuseppe Colombo, amministratore delegato della Parsec 6 – ci troviamo oggi costretti a dover rimettere la questione avanti al Tribunale Amministrativo Regionale, che ha già fissato l’udienza cautelare (ossia almeno la fase preliminare del giudizio, ndr) per il 28 ottobre. Ci vediamo costretti, nostro malgrado a dover riprogrammare l’apertura del centro commerciale (…) non avendo il tempo materiale di completare i necessari e residuali passaggi amministrativi con gli uffici, sull’assunto che il Tar conceda la misura cautelare (…) e solo condizionatamente alla pronuncia del Giudice Amministrativo”.