Presidente, la rielezione all’unanimità è segnale che il lavoro di questi anni ha pagato?
“Per me è stato un onore essere rieletto Presidente e questo onore ha come corrispettivo la responsabilità. Io ce la metterò tutta, abbiamo un’ottima squadraformata dal rinnovato Consiglio, perché bisogna sottolineare che i consiglieri sono la vera forza della Camera di Commercio: noi oggi rappresentiamo oltre 500mila imprenditori, persone che hanno scelto con passione di fare questo mestiere complicato e dobbiamo tutti insieme superare questa fase così complessa2.
Da dove ripartite?
“Iniziamo una nuova consiliatura conmolte sfide, ma con un compito prioritario. Dobbiamo il prima possibile recuperare quello che il Covid ci ha portato via, e cogliere l’occasione per migliorare. L’economia del passato era sicuramente più in salute di ora ma comunque non ci soddisfaceva appieno: non riuscivamo a decollare, avevamo già dei problemi di produttività, non si riusciva a produrre la ricchezza voluta, tanto che qualcuno, riferito anche alle condizioni generali di Roma, parlava di “nobile declino”. La pandemia è sicuramente un trauma, ma ci ha mostrato i limiti da aggredire con determinazione”.
C’è qualcosa di positivo di questo periodo su cui basare il rilancio?
“Ci sono anche elementi positivi, tra questi il modo in cui Roma ha vissuto e affrontato la pandemia: è stata un grande stress per tutte le città, ma la Capitale ha reagito positivamente. C’è stato un alto livello di disciplina, le imprese hanno compreso i sacrifici da affrontare e hanno avuto anche la capacità, lì dov’era possibile, di adattarsi velocemente ai cambiamenti che d’altronde sono ancora in atto. Poi, va anche detto, che alcune eccellenze del campo sanitario sono state all’avanguardia per proteggere i territori e questo ci riempie di orgoglio e di gratitudine e ne cito una su tutte, l’Istituto Lazzaro Spallanzani. Se un territoriocosì complesso come il nostro ha avuto capacità di reagire bene alla crisi, e penso ad altre Capitali che sembrano sempre più avanti di noi, allora dobbiamo prendere questi segnali confortanti come un incoraggiamento per il futuro”.
Questo è anche il momento in cui arriveranno degli aiuti a livello europeo. Avete delle idee?
“La Camera di commercio di Roma è pronta.Abbiamo una grande occasione, perché abbiamo delle risorse economiche importanti a disposizione, ma dobbiamo impegnarci tutti concretamente a elaborare i necessari progetti per dimostrare di saper spendere quelle risorse per le opere e gli interventi che serviranno a ridare slancio ai nostri territori. Si tratta di una sfida fondamentale e cruciale. Non dobbiamo ripetere gli errori del passato, quando molti fondi sono rimasti sottoutilizzati o addirittura inutilizzati. Non possiamo permettercelo”.
Più in concreto?
“Ci muoveremo lungo tre direttrici principali. La prima è quella che riguarda il settore digitale; in primo luogo vuol dire trasformazione digitale dell’attuale burocrazia cartacea; poi significa ripensare la città dei servizi, esportando il digitale anche nella logistica per muovere persone e merci con più efficienza e meno problemi. Altro tema cruciale è quello dell’economia circolare. Abbiamo il vantaggio di vivere in una città con un clima invidiabile, ricca di parchi e di verde pubblico: questo può contribuire a imprimere una svolta “green” alle attività economiche nel tessuto urbano, che possono essere favorite anche dalla presenza di molti punti di riferimento culturali. In questo quadro dobbiamo far tornare protagonisti i giovani. Roma è la città che vanta, ogni anno, più laureati di Italia. Abbiamo oltre 40mila imprese nelle quali il titolare è un giovane; registriamo 1.200 start up realizzate da giovani, un terzo delle quali nelle periferie romane. I giovani, però, non sono ancora i protagonisti della trasformazione della città. E nessuna città, Roma compresa, ha futuro se nella classe dirigente non ci sono i giovani e se i giovani non sono coinvolti nei processi decisionali e di trasformazione del tessuto socio-economico”.
l commercio è in crisi, soprattutto nel centro storico, orfano del turismo straniero.
“La geografia di Roma è mutata per due fenomeni concomitanti: il crollo dei flussi turistici e l’aumento dello smart working dovuto alla pandemia. Sicuramente la crisi ha colpito il commercio tradizionale, in particolare durante il lockdown,con l’esplosione dei siti di compravendita online. Parallelamente ci siamo trovati anche di fronte a una forte rivalutazione del negozio “a chilometro zero”, in un momento in cui sembrava che i negozi di quartiere dovessero soccombere di fronte alla grande distribuzione, per lo più dislocata in periferia, e soprattutto di fronte all’enorme offerta presente sulla Rete. Le attività commerciali di vicinato sono un valore aggiunto per tutta la comunità, vanno aiutate e incentivate perché non parliamo di una semplice compravendita di beni ma di un rapporto umano, un ascolto delle esigenze, un’offerta di servizi flessibili e personalizzati. E poi i piccoli negozi creano socialità, sono in qualche modo un presidio di legalità: dove c’è il negozio c’è illuminazione, pulizia, ci sono persone. Per quanto riguarda il centro storico di Roma bisogna partire da una profonda riflessione, con la rivalutazione delle attività produttive stabili e non unicamente legate ai flussi turistici. La Camera di Commercio farà la sua parte, con studi e provvedimenti mirati”.
Presidente ma se le chiedessero di scendere in campo per fare il sindaco di Roma?
“Non mi candiderò a sindaco di Roma. Sono stato eletto per i prossimi cinque anni presidente della Camera di Commercio di Roma, e lo ripeto, mi sento fortunato e lo considero un grande onore, anche uno stimolo molto forte che mi dà tanto entusiasmo. Ci sono tanti modi per servire la città e uno di questi è operare da questa Istituzione economica insieme a persone di grande valore. Non tiriamo indietro la gamba, ma lavoriamo dalla nostra posizione, che è quella del mondo delle imprese e del sistema camerale”.
Le piacerebbe che l’attuale amministrazione venisse riconfermata a o preferirebbe avere un altro interlocutore al Campidoglio?
“Noi collaboriamo con tutti, ma siamo “politicamente asessuati”.Le Istituzioni territoriali sono i nostri principali interlocutori, in particolare Comune e Regione. Non ci appassionano le polemiche sulle candidature in Campidoglio o alla Regione. La vera preoccupazione di chi ha a cuore le sorti della città dovrebbe riguardare i progetti per l’utilizzazione dei soldi del “Recovery fund”: ci auguriamo che si trovi una convergenza tra le varie Istituzioni territoriali ed economiche. Dovranno essere piani concordati, perché incideranno notevolmente nello sviluppo della città per i prossimi 20 anni. Affinché questo avvenga e si realizzi una piena condivisione delle scelte, serve un salto di qualità nel dibattito economico e politico locale”.
Lorenzo Tagliavanti, classe ’56, è stato eletto dal Consiglio camerale che si è insediato il primo ottobre scorso ed è così composto: Giancarlo Abete, Marco Annarumi, Pier Andrea Chevallard, Alberto Civica, Erino Colombi, Claudia Conversi, Stefano Di Niola, Antonino Galletti, Valter Giammaria, Giuseppe Gori, David Granieri, Marino Ianni, Pietro Lepore, Antonio Londra, Maurizio Longhi, Michelangelo Melchionno, Luciano Mocci, Micaela Pallini, Alberta Parissi, Maurizio Pezzetta, Danilo Reali, Nicolò Rebecchini, Anna Rita Rizzo, Lorenzo Tagliavanti e Valerio Toniolo. I revisori sono Angela Lupo, Danilo Buratti e Oriana Calabresi.