RUSH FINALE
Sul fronte amministrativo il progetto è al rush finale. L’8 agosto la giunta comunale ha dato il suo ok alla Convenzione urbanistica, ovvero al contratto che lega il Campidoglio e i proponenti dell’impianto, la Roma e Eurnova. Il penultimo passaggio che porta al traguardo della costruzione. Ora manca solo l’ok dell’Assemblea capitolina previsto appunto in autunno.
STRANA ALLEANZA M5S, PD E LEGA
Dopo l’approvazione in giunta, il testo dovrà passare per le forche caudine delle Commissioni e del municipio IX, competente per territorio. A settembre il documento arriverà in Assemblea capitolina per il passaggio cruciale, dove Virginia Raggi, viste le defezioni, non potendo contare di approvare il progetto con la sua maggioranza M5S, potrà contare sull’appoggio di Pd e Lega non contrari all’opera. Tutto pur di mandare avanti un progetto che, con la Roma che ha appena cambiato proprietà rimanendo sempre a stelle e strisce, assicura sprint in chiave elettorale. Oltre al dettaglio su modalità e tempi di realizzazione dell’impianto, la Convenzione indica la costituzione di un apposito ufficio, definito ”organismo di vigilanza”, che dovrà monitorare l’adempimento del contratto. Il documento avrà durata di 10 anni ed entrerà in vigore subito dopo l’approvazione di tutti gli atti in Regione Lazio, passaggio tecnico che segue all’approvazione dell’Assemblea capitolina. Dalle carte emerge che dopo il ricalcolo dei costi delle opere pubbliche, oneri e contributi, la Roma dovrà sborsare circa 40 milioni più del previsto. Tutto ciò, mentre Roberta Lombardi, capogruppo grillina in Regione, ha chiesto di fare il nuovo stadio “da un’altra parte”.
AS ROMA CAMBIA PROPRIETÀ
Nei giorni scorsi altro passaggio cardine. L’As Roma, dopo mesi di trattativa, è passata per 591 milioni di euro dalle mani di James Pallotta a quelle di Dan Friedkin, altro magnate americano. Virginia Raggi ha così rimesso in pista il progetto stadio che si era impantanato dopo l’inchiesta che ha portato all’arresto del costruttore Luca Parnasi e il presidente dell’Assemblea capitolina Marcello De Vito, facendo un incessante lavoro per convincere i consiglieri dissidenti a garantire il loro voto favorevole. Anche perché se dovesse arrivare un nuovo stop la società giallorossa sarebbe pronta a intentare una causa contro il Campidoglio.
L’OK DELLA GIUNTA
Il ‘sì’ della giunta capitolina al progetto è arrivato dopo la ”due diligence” che ha accertato la correttezza formale dell’iter. La giunta ha così approvato le due delibere mancanti, necessarie e propedeutiche per l’approvazione finale, la ‘convenzione urbanistica’ che dovrà essere sottoscritta tra Roma Capitale e il soggetto attuatore.
Via libera dunque alla delibera con lo schema di Accordo di collaborazione tra Roma Capitale e Città Metropolitana relativo all’adeguamento del progetto definitivo dell’unificazione della via del Mare e della via Ostiense, nel tratto tra il Gra e il cosiddetto nodo Marconi. Autorizzata anche la delibera con lo schema di Accordo di collaborazione tra Roma Capitale e Regione Lazio finalizzato al potenziamento delle infrastrutture del tpl, in particolare la ferrovia Roma-Lido.
IL PONTE
La sindaca ha pure scritto al presidente del Consiglio Giuseppe Conte per chiedere di inserire il Ponte dei Congressi, l’opera in progetto a ridosso dello stadio, nelle opere commissariabili del dl Semplificazione, così da realizzarlo a ritmi del ponte di Genova in contemporanea all’impianto sportivo.
Il ponte, costo 172 milioni finanziato per lo più dal governo e in parte dal Comune, agevolerebbe la viabilità del quadrante a rischio paralisi in caso di partita. E la viabilità è proprio il nodo su cui si sono concentrati sia i periti del Politecnico di Torino nella relazione chiesta da Palazzo Senatorio, sia le prescrizioni della Pisana a cui il progetto dovrà tornare, dopo l’ok dell’Assemblea capitolina, per dare il definitivo via libera. E solo allora le ruspe potranno cominciare a scavare.