I DUE MINISTERI ‘AMICI’ PREMONO PER L’AUSTERITY
Prima di tutto, un punto è rimasto invariato: sul tema Sanità la Regione Lazio non sarà completamente libera, ma obbligata per altri tre anni a seguire i diktat dei due Ministeri ‘amici’ a guida dem della Salute e dell’Economia, guidati rispettivamente dai ministri Roberto Speranza e Roberto Gualtieri, esattamente come previsto nella ‘vecchia’ versione di Piano. Ministeri che ‘obbligano’ la Regione a seguire la linea del risparmio ad ogni costo per pagare i restanti 3,51 miliardi di euro di debiti ancora insoluti su 8,08 miliardi totali contratti tra il 2003 e il 2008 durante i mandati degli ex governatori Francesco Storace e Piero Marrazzo. La Regione dovrà presentarsi periodicamente ad appositi “Tavoli ministeriali di monitoraggio” per dimostrare che sta rispettando alla lettera il Piano di rientro dal deficit.
3 NUOVI OSPEDALI PER ROMA, LATINA E SORA
Come accennato poco fa, a differenza di quanto previsto nel ‘vecchio’ Piano di novembre scorso, la Giunta Zingaretti è riuscita a trovare 286 milioni di euro per costruire 3 nuovi ospedali. In particolare per costruire tre nuove palazzine che andranno a costituire un imponente ampliamento dell’ospedale Regina Elena–San Gallicano, con una spesa stimata di 100 milioni di euro; un nuovo ospedale a Latina, in zona Borgo Piave, che servirà tutta l’area pontina più basso-Lazio, dal costo di 75 milioni di euro; infine un nuovo ospedale a Sora per ulteriori 100 milioni di euro di stanziamento. Finanziata anche la ristrutturazione integrale della Asl di Frosinone, un intervento edilizio da 13 milioni di euro.
AMPLIAMENTI PER OSTIA, CASTELLI ROMANI E RIETI
173 milioni di € di stanziamento extra (non previsti nella ‘vecchia’ versione del Piano) verranno utilizzati per avviare nuovi dipartimenti e reparti negli ospedali già operativi Grassi di Ostia (55 milioni di €), Nuovo ospedale dei Castelli Romani (24,5 milioni di €) e San Camillo di Rieti (76,5 milioni di €), che da ‘semplici’ ospedali diventeranno quello che in gergo tecnico viene definito un Dea (Dipartimenti di Emergenza e Accettazione) di primo livello. In sostanza, un Dea di primo livello garantisce, oltre alle prestazioni fornite dagli ospedali sede di pronto soccorso, anche le funzioni di osservazione e breve degenza, di rianimazione (attraverso spazi appositi, noti come sala-rossa) e garantisce anche interventi diagnostico-terapeutici di medicina generale, chirurgia generale, ortopedia e traumatologia, cardiologia con UTIC (Unità di Terapia Intensiva Cardiologica). Sono inoltre assicurate prestazioni di laboratorio di analisi chimico-cliniche e microbiologiche, di diagnostica per immagini e trasfusionali.
TAGLI IN VISTA PER SAN CAMILLO, SAN GIOVANNI E UMBERTO I
Gli ospedaloni romani San Camillo), San Giovanni e Umberto I dovranno invece tirare la cinghia con tagli in vista rispettivamente del 21%, 12% e 5%, visto che spendono troppo, e predisporre nuovi piani di “efficientamento economico” – così si legge nel nuovo Piano sanitario regionale – da sottoporre di tanto in tanto al vaglio della Regione Lazio per raggiungere un “equilibrio finanziario”ancora decisamente lontano visto che spendono di più di quando ‘producono’ in termini di prestazioni sanitarie offerte ai cittadini. Situazione migliore per Tor Vergata, Sant’Andrea, Spallanzani e Ifo che potranno continuare a seguire il regime attuale.
PERSONALE ‘CONGELATO’
Brutte notizie sul fronte del personale: i due ministeri coinvolti hanno imposto alla Giunta regionale uno stop alla possibilità di aumentare le somme stanziate. In sostanza, la quantità di danaro necessaria a pagare i dipendenti pubblici impiegati nel settore Sanità regionale non potrà superare, nel corso dei prossimi tre anni, quella già sostenuta nel 2018, ossia i 2 miliardi e 671 milioni di euro. La spesa per il personale resterà ferma – così si legge tra le carte – allo 0% di crescita tendenziale, a differenza del ‘vecchio’ Piano di dicembre 2019 che prevedeva un aumento, seppur minimo, dell’1%. La Regione cerca di minimizzare il problema, sostenendo di poter comunque far fronte alle carenze di personale, ad esempio per l’avvio di nuovi reparti e dipartimenti, grazie ad una migliore gestione dell’organico, ad un turn-over ed a spostamenti del personale più efficaci rispetto al passato. Inoltre, visto che la spesa deve rimanere invariata, nei casi di pensionamento presupponiamo si liberino risorse per rimpiazzare il posto lasciato libero.
NIENTE PIÙ PRECARI A VITA DAL 1° GENNAIO 2021
Nonostante ciò, la Giunta Zingaretti punta – così scrive nero su bianco – a “costruire un modello di governance del personale più efficiente, per ridurre il ricorso a contratti di lavoro a tempo determinato, con lo scopo di soddisfare esigenze temporali limitate ed alla alla stabilizzazione del personale: la platea delle unità in possesso dei requisiti per accesso a tali procedure è pari a circa 2.200 unità di personale, di cui circa 1.500 già portate a termine, e si concluderà il 31 dicembre 2020.”
STOP ALLA ‘TRANSUMANZA’ DI MEDICI E INFERMIERI
La Regione sta cercando anche di bloccare quella che tra gli addetti ai lavori viene indicata con il termine di ‘transumanza’ di medici e infermieri che si spostano dal sistema sanitario pubblico a quello privato: “la fuoriuscita di professionalità dal sistema pubblico, che sempre più di frequente trova una ricollocazione nelle strutture private, rappresenta un ulteriore aspetto di criticità. D’ora in avanti, tale carenza di personale verrà soddisfatta unicamente attraverso procedure concorsuali celeri, che coinvolgerà anche gli specializzandi,” per inserire nuove forze ‘fresche’.
In sostanza, al netto di debiti del passato ed emergenza Covid, la maggioranza di centro-sinistra ci promette tante belle speranze per il prossimo futuro sanitario. Riuscirà a rispetta queste promesse?
Lo capiremo presto dalla lunghezza delle liste d’attesa che ci troveremo ad affrontare prima di ottenere una visita ambulatoriale, un esame diagnostico o un intervento chirurgico e dalle tasse (addizionali regionali tra le più alte d’Italia) che troveremo nelle nostre dichiarazioni dei redditi.